Mi sono presa qualche giorno di riflessione prima di scrivere perché altrimenti sarebbe stato tutto un “Filippo Timi è meraviglioso, andate a vedere Favola al Parenti perché è bello, ciao”. Ovviamente questa brevissima recensione vale ancora (e Timi resta meraviglioso sempre e comunque), ma credo sia il caso di aggiungere qualche parola.
Iniziamo con calma, del teatro ve ne avevo già parlato, quindi partiamo dalla scenografia: ricalca l’interno di una casa con arredamento anni ’50 (visto che è anche l’epoca in cui si svolge la storia) con pochi elementi come l’albero di natale o il telefono funzionali alla rappresentazione, come le proiezioni video che fanno da stacco tra i vari atti o sottolineano in maniera peculiare alcune scene più intense. Anche in questo caso il giusto mix di oggetti retrò ed essenziali ha vinto, una menzione particolare la meritano Lady (la cagnolina impagliata di Mrs. Fairytale) e le campanelle per quando si dicono le cose belle.
Passiamo quindi ai costumi che possono essere definiti solamente come favolosi. I vestiti Miu Miu che ci sono in scena si amalgamano perfettamente con la scenografia e con l’avvicendarsi della storia, Filippo Timi sui tacchi sa muoversi meglio di me, ma soprattutto perché cari stilisti non fate più i vestiti con le gonne a ruota? Non vi rendete conto della grave perdita per il genere femminile? Scommetto che anche Mrs. Fairytale sarebbe d’accordo.
A proposito di Mrs. Fairytale, questa è la sua storia (o quantomeno un pezzo); una vita apparentemente perfetta, con i film di Doris Day e le canzoni delle Chordettes, che nasconde però un segreto (insieme alla cara amica Mrs. Emerald) in mezzo a tutte le zeta aspre (ci vuole molta paZienZa) e agli abiti vaporosi.
Quasi dimenticavo, non ridevo in questo modo a teatro da tanto tempo, probabilmente solo perché è il primo spettacolo di Timi che abbia visto in vita mia. Sicuramente non mancherò al prossimo appuntamento, soprattutto dopo l’augurio di molti, molti, molti, molti passettini per tutti.
La foto di Filippo Timi è presa dalla pagina facebook del Teatro Franco Parenti